I cimiteri, con le persone e le storie che questi luoghi racchiudono, hanno sempre suscitato un forte fascino su artisti e scrittori. E non solo, esiste un vero e proprio turismo dei cimiteri. Attenzione, perché non si parla di sette sataniche, bensì di turismo vero e proprio. O forse no, perché diciamocela tutta: i cimiteri sono luoghi particolari. Non proprio per tutti.
“Solo la morte m’ha portato in collina / Un corpo fra i tanti a dar fosforo all’aria / Per bivacchi di fuochi che dicono fatui / Che non lasciano cenere, non sciolgon la brina / Solo la morte m’ha portato in collina“. Iniziava così “Un chimico” di De Andrè, canzone tratta dall’Antologia di Spoon River che il cantautore genovese mise parzialmente in musica nel 1971. Questo personaggio, che non aveva mai compreso le logiche dell’amore e che non si era mai recato sulla collina del cimitero, ci finirà a causa di un esperimento sbagliato e ci racconterà la sua storia.
Violette, protagonista del caso letterario “Cambiare l’acqua ai fiori“, scritto nel 2019 da Perrin Valerie, arriva in un cimitero francese in condizioni psicologicamente drammatiche e trova in esso la sua cura, oltre che un lavoro. Attraverso la morte, dal cimitero passa necessariamente anche la vita del paese, le cui storie Violette è molto brava a raccogliere e custodire per chiunque dovesse averne bisogno.
Turismo dei cimiteri significa girovagare fra tombe e nomi di persone in gran parte sconosciute, ma alle volte famosissime, come intellettuali, politici e inventori.
Per altri, gli stimoli possono essere architettonici, storici o estetici. Perché cimiteri come il Père Lachaise di Parigi, quello di Montjuic a Barcellona o il Cimitero Monumentale di Staglieno (a Genova) sono veri capolavori da ammirare.
I cimiteri nel Nord Europa
Non solo luoghi da ammirare: i cimiteri dei paesi protestanti e in particolare dei paesi scandinavi sono progettati per assolvere una funzione ricreativa e di aggregazione. Sono fondamentalmente parchi pubblici, dove bene o male è concesso fare tutto. Per esempio, nessuno si sorprenderebbe se una famiglia ne scegliesse uno e vi si recasse per andare a fare un bel picnic domenicale.
Insomma, paese che vai… Usanza che trovi. Una cosa è certa, però: la percezione e la narrazione intorno ai cimiteri sta cambiando. Dopo l’allontanamento dei cimiteri dai centri urbani, imposto agli inizi del Diciannovesimo secolo per ragioni sanitarie (e così tanto criticato da Ugo Foscolo in “Dei sepolcri“) l’aspetto dei cimiteri e il loro utilizzo era sicuramente cambiato rispetto alle epoche precedenti.
Oggi, con gli utilizzi moderni oltre a quello più tradizionale della visita ai propri cari, assistiamo a un nuovo fenomeno. I cimiteri tornano a essere luoghi che fanno parte della città e del mondo dei viventi.