Nel 1974 De Andrè parafrasava Bob Dylan, nella sua Via della Povertà, pezzo all’interno del quale Giacomo Casanova compariva insieme a una moltitudine di altre celebrità in quello che potremmo definire un moderno e ironico contrappasso dantesco. In Via della Povertà vengono infatti calate le maschere e gli aloni di fama che potrebbero averci investito in vita e rimane soltanto un qualche gesto inaspettato.

Ma se Casanova è annoverato fra le celebrità di Via della Povertà, lo deve grandemente alla sua autobiografia “Histoire de ma vie” consultabile in originale sul sito della Bibliothèque nationale de France.

Casanova scrive quest’opera negli anni finali della sua vita, tra il 1789 e il 1798, e non stupisce che l’autobiografia conquistò il pubblico perché Casanova visse la sua vita proprio come all’interno di un romanzo. Letterato, spia, viaggiatore, giocatore d’azzardo, seduttore, evaso di prigione, rivoluzionario.

Il libro venne pubblicato solo nel 1825 quando Casanova era già morto e fu inserito nell’indice dei libri proibiti, il che gli conferì subito un’aura di mistero. L’autobiografia contiene tutte le avventure accadute a Casanova. Per questo il libro è un grande classico, imprescindibile per comprendere non solo il personaggio ma la vita di quel periodo.

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